Investigazioni permessi 104: controlli su dipendenti e tutele legali

Introduzione: investigazione dipendenti in permesso 104

La Legge 104/1992, all’articolo 3, riconosce ai lavoratori che assistono un familiare con disabilità grave tre giorni di permesso retribuito al mese, frazionabili anche in ore.

Questa agevolazione nasce per garantire la tutela della persona fragile, ma implica anche responsabilità da parte del dipendente e organizzazione per il datore di lavoro.

I permessi previsti dalla Legge 104/92 sono un diritto fondamentale per i lavoratori che assistono familiari con disabilità grave. Tuttavia, il loro utilizzo improprio può costituire abuso e giusta causa di licenziamento.

Le investigazioni permessi 104 servono a verificare eventuali abusi o utilizzi impropri dei permessi da parte dei dipendenti, garantendo la tutela del datore di lavoro nel rispetto della privacy e delle norme vigenti.

In questa guida spiego quando sono legittimi i controlli, cosa dice la Cassazione e come gestire i casi di assenteismo.

Quando sono legittime le investigazioni permessi 104 sui dipendenti

Quando e come un datore può attivare investigazioni permessi 104 nei confronti di un dipendente che usufruisce dei permessi previsti dalla Legge 104.

L’intervento di un investigatore privato 104 è ammesso solo quando l’azienda dispone di elementi concreti di sospetto, ad esempio:

• Assenze ripetute in prossimità di festività o ponti

• Certificazioni poco chiare o incoerenti

• Comportamenti anomali o potenzialmente fraudolenti

In questi casi, i controlli su dipendenti in 104 servono a verificare se il dipendente stia realmente utilizzando i permessi per l’assistenza oppure per fini personali.

Cosa dice la Cassazione sulle investigazioni permessi 104

Si tratta di una forma di tutela legittima, come confermato da diverse sentenze della Cassazione (Cass. n. 4984/2014; n. 9217/2016; n. 15094/2018; n. 4670/2019; n. 6468/2024).

La Corte di Cassazione ha chiarito che non esiste un legame rigido tra le ore di permesso e il tempo effettivamente dedicato all’assistenza.

Ciò che conta è che il lavoratore usi il permesso per le reali esigenze del disabile, evitando qualsiasi comportamento abusivo o ingannevole (Cass. n. 17968/2016).

La stessa Corte ha sottolineato che l’attività di cura non deve essere controllata “al minuto”, ma deve risultare chiaramente finalizzata al sostegno della persona assistita (Cass. n. 21967/2010; n. 4984/2014; n. 5574/2016; n. 9217/2016).

Le regole stabilite dalla Cassazione

L’azienda può incaricare agenzie investigative per accertare eventuali abusi dei permessi 104, purché i controlli:

• Non violino la dignità e la riservatezza del lavoratore

• Si svolgano in luoghi pubblici o aperti al pubblico

• Siano finalizzati esclusivamente a verificare l’uso corretto dei permessi

  
  

Cassazione Civile, Sez. Lavoro, Sentenza n. 4984/2014

È legittimo il licenziamento se il lavoratore usa i permessi 104 per attività estranee all’assistenza e ciò viene accertato tramite investigatore privato.

Cassazione Civile, Sez. Lavoro, Sentenza n. 8379/2015

Il datore può incaricare un investigatore per accertare abusi senza preventiva informazione al lavoratore.

Cassazione Civile, Sez. Lavoro, Sentenza n. 9749/2016

I controlli investigativi per i dipendenti in permesso 104 sono leciti se svolti in ambito non riservato.

Visita fiscale e investigazioni permessi 104: differenze e ruoli

La visita fiscale INPS è uno strumento separato dai controlli investigativi.Serve a verificare la malattia del dipendente tramite un medico fiscale inviato dall’INPS.

Per i permessi 104, non è prevista una visita fiscale “classica”, ma l’INPS può comunque verificare la sussistenza dei requisiti per la concessione del beneficio.

Dunque:

• La visita fiscale controlla lo stato di salute o l’assenza per malattia

• L’investigatore privato documenta l’uso dei permessi 104 e comportamenti incompatibili

Questi due strumenti possono coesistere e fornire all’azienda elementi differenti.

Limiti legali e tutele del lavoratore: abusi Legge 104

L’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori vieta qualsiasi controllo diretto sulla prestazione lavorativa tramite agenzie investigative.

Non è quindi possibile incaricare un investigatore per monitorare la puntualità o la produttività del dipendente.

Diverso è il caso in cui si voglia accertare un comportamento illecito che avviene al di fuori dell’attività lavorativa, ma che può danneggiare l’azienda o configurare un abuso dei diritti concessi (Cass. n. 17004/2024; n. 9167/2023; n. 30079/2024).

Esempio pratico di attività svolta

Abbiamo recentemente documentato un caso in cui un dipendente usufruiva dei permessi 104 per motivi di assistenza familiare, ma veniva spesso osservato:

• Presso palestre, bar e ristoranti durante gli orari dei permessi

• Impegnato in attività ricreative, senza l’assistito

• In comportamenti incompatibili con gli obblighi dichiarati

L’indagine, svolta nel pieno rispetto delle normative, ha consentito al datore di lavoro di avviare le opportune azioni disciplinari, supportate da documentazione fotografica e testimonianze tracciabili.

Quando richiedere un’investigazione sul dipendente?

• Se sospetti un uso improprio dei permessi 104

• Se noti assenze strategiche e reiterate

• In caso di riduzione della produttività associata a motivi non giustificati

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